giovedì 5 febbraio 2009

La Nobiltà

La Nobiltà è un indole.
Non si compra, non si vende, si conquista.
E' un dono, non una riconoscenza.
I dettagli sono superflui cosi come le nomine, i titoli.
Dipendono anche da chi le elargisce.
Essere dotti non ha valore pratico,
se non si ha la passione di essere una persona per bene.
Sempre e ovunque, nei luoghi e nei modi di fare,
in rispetto alla vita che giorno per giorno ci viene donata.
Il sangue blu si trasforma, nasce e vive
per quel che si è non per quel che si ha.
Sicuramente cureremo anche i dettagli per non sembrare troppo idealisti.
Impareremo anche il francese,... ma...
la suprema e immolata fiamma che arde nel petto della gente di sane virtù
dovrà sempre brillare fra le stelle del cielo.
Danilo

mercoledì 4 febbraio 2009

9 OTTOBRE 2009


...Ricordati di accendere una candela per la ricorrenza del 9 ottobre 1967, dopo 42 anni dalla sua morte terrena, il Che, Ernesto Guevara de la Serna, fa ancora paura agli stati che cercano di imporre il proprio imperialismo sottomettendo la dignità reciproca degli uomini,…
Lui ha sempre combattuto per questo, mentre dormivamo c'era sempre una stella che pensava a Noi.
Gli uomini che lottano un giorno sono eroi e possono essere dimenticati se la loro storia non viene raccontata,…ma, gli uomini che lottano una vita intera sono insostituibili e sacrificando la propria per difendere i più deboli dalle oppressioni quotidiane dei più forti e potenti della terra saranno immolati nella gloria della storia innalzando verso il sole lo sguardo fiero della loro immortalità.
Gli Dei hanno paura degli uomini perchè questi, pur sapendo di essere mortali affrontano giorno per giorno la vita sfidando a viso scoperto la morte.
I veri uomini sono questi, e gli Dei riconoscendogli questa saggezza gli daranno l'immortalità.
Gli uomini che invece si credono degli dei sulla terra e trafugano, sperperano, contrattano, si nascondono, si camuffano, si travestono e ambiscono a trasformismi pur di ottenere un risultato nel nascondere la loro paura saranno dannati.
Dannati nell'anima e non avranno mai pace.....”
continua...

Danilo Frigerio

venerdì 23 gennaio 2009

Provate ad indovinare di chi si stà parlando?

"...Di mio padre, ho pochissimi ricordi.... credo che il più bello riguardi il giorno che ci vide per l'ultima volta.
Allora non sapevamo che fosse lui,… perchè venne travestito da vecchio, un tale chiamato Ramòn, (Ramones, in battaglia) prima di partire per il Congo. Avevo cinque anni e mezzo, e.......giocando insieme ai miei fratelli urtai la testa contro il tavolino......., subito lui mi prese tra le sue braccia e con istintiva spensieratezza iniziò a curarmi la ferita,…Più tardi, nel cuore della penombra notturna rasserenata dal pallido chiarore della luna, e dal sollievo del trauma cominciai a stuzzicare mia madre, sussurrandogli tra le fronde dei soffici capelli la nota più dolce della mia vita:

" Mamma, devo confidarti un segreto, mi sa che quel uomo si è affezionato a me, ....e ....anche se Tu non vuoi che parliamo degli estranei non posso nasconderti il mio sentimento per Lui.... mi sono innamorata.....". Mia madre al posto di sgridarmi o rimproverarmi, singhiozzando fra la profondità dei suoi teneri occhi bagnati, sottovoce, e timida nel farsi sentire, si limitò solo a dire:
" Non preoccuparti animo dolce, alcune volte le madri sanno anche perdonare....., spero che tu possa sempre sognare quel caloroso abbraccio ogni volta che ti addormenti”.

…Solo oggi, avendo tre figli posso capire cosa avessero provato i miei genitori nel rivelarsi in quei modi…..Grandi uomini hanno sempre al loro fianco grandi donne…..e Noi che non siamo altro che il frutto del loro esempio non possiamo fare altro che seguire e tramandare le loro impronte… Oggi all'età di 48 anni sento ancora quella strana sensazione prima di prendere sonno. Nonostante non l'abbia mai conosciuto oltre i cinque anni di vita il mio ricordo, le mie riflessioni, i miei pensieri di donna innanzi al senso della vita si racchiudono solo in quegli'attimi, e debbo dire che l'esplosione lasciata è incommensurabile ad ogni oggettività umana....e .. lascia tra la memoria un unico insegnamento
PARLATE SOLO SE AVETE DA DIRE COSE CHE URLANO PIU' DEL SILENZIO..."

lunedì 19 gennaio 2009

BIOGRAFIA

Danilo Frigerio nasce a Vimercate il 14/02/1969. Studia a Milano presso l’istituto di grafica Caterina da Siena. Inizia così ad avere i primi contatti con gruppi culturali e politici di una città rispetto al paese di residenza Cavenago di Brianza. Frequenta e partecipa a dibattiti, conferenze e ambienti legati soprattutto alla sinistra degli anni 80, da Leoncavallo alle varie sezioni dei partiti, militando come attivista nella F.G.C.I., P.C.I., e infine in Rifondazione Comunista. Riesce a confermarsi segretario del partito nel suo paese, e, successivamente assessore ai servizi sociali del comune di residenza. Comincia così la sua partecipazione politica diretta a congressi federali e nazionali, e il suo contributo attivo in sedi istituzionali. Negli anni 90, l’aspra diatriba politica della sinistra italiana e mondiale infiamma il suo ardore anti-capitalistico e anti-imperialistico lasciando intravedere lo spirito rivoluzionario che si racchiude in ogni suo pensiero, ... “ sentire come propria un ingiustizia inflitta ad altri, non può lasciare indifferente la dignità reciproca di un uomo, ed è a questa a cui dobbiamo fare sempre riferimento ...”. Un concetto forse troppo audace per l’era moderna e per i suoi collaboratori, che suscita timori e utopie, troppi sacrifici senza un guadagno oggettivo. Lasciato solo, (in minoranza), dopo moltissimi dibattiti inerenti alla politica da attuare, si allontana dalla scena principale. Questo periodo diventa così per lui, riflessione, ricerca e intuito dedicando tutto il suo tempo libero alla creazione e allo studio di concetti e elaborazioni tradotte nella lingua più consona a tutti: “Un libro”, ...”una tribù che non c‘è”.... Il risultato di tre anni di lavoro non è altro che una secca e precisa affermazione del suo pensiero tradotto nei minimi termini, proprio come la gente comune di oggi si aspetta di avere. Spot, flash, senza troppi giri di parole: Concetti, come libertà, democrazia, politica, guerra, pace, ideali, saranno poi gli addetti ai lavori, chi ricopre cariche istituzionali, ad elaborare pagine di affermata concretezza. Il suo pensiero non è altro che uno stimolo a chi ha la possibilità di gestire un potere, grande o piccolo che sia, a saper cogliere la giusta via per debellare le ingiustizie che affliggono ancora oggi il mondo del 2000. Il tutto viene poi equilibrato dalla giusta ponderazione di citazione degli Indiani d’ America, come riflessione al mondo moderno, “...nel saper estrapolare il giusto cammino come uomini davanti alla sfera eterna che racchiude ogni cosa e con sguardo sincero emana speranza a chi ancora rimane incerto nel saper cogliere la vita terrena...”. Con l’uscita del libro ( 2003 d.c.) inizia a programmare le varie presentazioni, studiando il modo migliore per intrattenere la gente comune alle pesanti interpretazioni della politica. Riesce così a realizzare uno spettacolo musicoculturale, con musiche dal vivo e letture interpretate. L’ atmosfera creata nei locali, nei bar, nei teatri e nelle piazze, dove si esibisce, è quella giusta. Riesce a tramandare e coinvolgere lo spettattore, a farlo ragionare con la propria testa su tematiche che condizionano la vita di ogni classe sociale. Non si sofferma a voler imporre per forza il suo ideale, ma sintonizza le menti su un canale privilegiato, non più virtuale come la televisione, ma puro di coscienze e di riflessioni prettamente umane. Questo periodo di due anni circa lo si vede impegnato più come attore invece che scrittore. Verso la fine del 2003 scrive personalmente una lettera aperta a Fidel Castro, indirizzandola alla sua tenuta di Byran. Insieme alla lettera allega il suo libro dedicandogli la prima copia uscita dalla stampa. Riceve dopo sei mesi la risposta scritta dal Consiglio di Stato di Cuba del Leader Maximo Cubano. Diventa così per Danilo consuetudine scambiarsi opinioni, porsi quesiti e riflessioni nel tentare di estrapolare il meglio partendo come punto di riferimento dallo "stato sociale di Cuba". E' apprezzabile la schiettezza con cui Danilo si pone nei neandri della vita politica di una società, “... per Danilo è importante dire le cose.... per quello che sono...., senza doppi fini, o tanto meno senza nascondere perplessità, dubbi ed obiettivi mancati..... Non importa mostrarsi sempre sicuri, splendenti e puri...... quando si nascondono ai nostri interlocutori le nostre incertezze, le nostre mancanze si compie un atto di non lealtà prima di tutto verso noi stessi, successivamente diventerà abitudine ammaestrare, abbagliare i nostri figli e figli dei nostri figli sulla credibilità di loro stessi e di un futuro reso falso dai nostri insegnamenti..." E' difficile trovare oggi politici di così ampio respiro, genuino e saggio, che pensano prima di tutto al domani e non a se stessi. Allo stesso modo lo si cataloga molto più guevarista, proprio per l’alta espressione ideale che in ogni suo concetto si afferma. “... mi sembra di tornare indietro di quarant’anni,... ed è proprio vero che Che Guevara non ha mai chiuso gli occhi, vive sempre nello sguardo sincero di un uomo...”. Danilo è considerato, dai professori universitari con cui si confronta di frequente, ...“ un personaggio polivalente, una mente svelta, una spugna che assorbe ogni piccolo attimo, riflessione e situazione vista o sentita. Elabora immediatamente i dati acquisiti, trovando sempre soluzioni audaci. Riesce a prevedere in anticipo gli eventi politici e le situazioni sociologiche di una società moderna, ed è questo che lo scredita negli ambienti di comando. Troppo intuitivo per rischiare la razionalità oggettiva dei potenti, così da accantonarlo in un angolo, come se fosse la dea Cassandra”.... La maggior parte delle volte passato un lasso di tempo avviene poi quello che aveva previsto. Troppo tardi per innescare la cura. Chi aveva l’opportunità a risolvere le problematiche non ha colto l’attimo fuggente e si ritrova a dover imporre una cura paliativa di stand by piuttosto che sradicare il male alla radice. Quelli che invece lo conoscono da tempo, al momento opportuno, lo sfruttano come se fosse un frate indovino, utilizzando i suoi modi di intendere la politica e i suoi mezzi per renderla attuabile nella società civile, come se fosse farina del loro sacco. A lui non interessa raccogliere elogi o medaglie è lo spirito del tramandare il grande protagonista, ... “di ogni cosa fatta o detta dobbiamo esserne custodi e non padroni”......, saggia ponderazione logica volta al futuro. Nel 2005, spinto come sempre dalla volonta di coinvolgere verso la cultura soprattutto le classi meno abbienti, studia insieme ad ingegneri del suono e tecnici radiofonici il modo di interpretare il suo libro sonoramente, per attirare con l’ascolto anche chi non ha voglia di leggere. Dopo mesi di registrazioni dal vivo in studi radiofonici e dopo aver cercato le musiche, i rumori e le tecniche idonee ad accorpare il risultato voluto, nasce il CD d’ascoltare. Undici brani estrapolati dal suo libro e da lui interpretati smuovono ancora una volta le menti della comune gente verso la sapienza della cultura politica all’interno della società civile. Ancora una volta si estende la sua audacia, di osare, crederci sino all’ultimo, l’importante è che ogni sforzo fatto sia a fin di bene. Nell’ ottobre 2006 raggruppa i suoi ultimi scritti che in questi anni aveva comunque nei ritagli di tempo abbozzato, preparando le linee guida per il suo secondo libro. “Imperialismo e Capitalismo sono la base fondamentalista della disuguaglianza di classe”,..... “Il Rivoluzionario”,.....” A volte gli uomini”..... queste sono le tematiche che vedremo prossimamente, estrapolate dalle sue relazioni, dai suoi studi, dalle sue partecipazioni a conferenze mondiali, dalle sue interviste personali ad Aleida Guevara, figlia del "mito" Ernesto Guevara de la Serna, detto il CHE. Aiutato, come sempre da anni, dalla moglie e dai figli cercherà ancora una volta di tenere ben tirato il freno che arde e brucia nel suo petto. Nel voler per forza combattere tutte le ingiustizie sociali che affliggono il mondo moderno,... “che prevalga la ragione e non il suo istinto”,.... “conoscere per capire non per imporre”,....... “ per tramandare non dominare”,.... ”per essere custodi non padroni”,...... “per contribuire ad ottenere un futuro migliore del passato...” “Un futuro che noi stessi non potremmo godere, ma chi verrà dopo di noi ce ne sarà grato”... questo è il suo dire.
ZUR NOMAR

domenica 18 gennaio 2009

UNA TRIBU' CHE NON C'E'

UNA TRIBU CHE NON C'E',
ecco la pubblicazione del CD AUDIO tratto dal libro "....UNA TRIBU' CHE NON C'E'......"
L'origine del progetto era pubblicare un E-BOOK,ma per vari problemi ho deciso di CONDIVIDERE CON VOI il progetto CD AUDIO,ovvero la trasformazione del libro in audio(mp3),in modo da poterlo ASCOLTARE ovunque.
UNA TRIBU' CHE NON C'E'
"....una sorta di politica e filosofia,un insieme di concetti estratti,elaborati e tratti da esperienze comuni,vissute nei vari ambiti della societa' attuale.Senza indicare nomi,fatti o avvenimenti,ma il risultato dei contenuti di questi anni. UNA TRIBU CHE NON C'E' ,una societa' moderna,difficile da concretizzare. Stralci,citazioni di opere famose e proverbi indiani stimolano il libero pensiero della gente;da chi comanda a chi e' comandato,hanno entrambi la responsabilita' nel costruire il futuro per le nuove generazioni...."
"DANILO FRIGERIO"
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